mercoledì 15 settembre 2010

IL SISTEMA ELETTORALE CHE PIACE A COSSIGA

A Francesco Cossiga piace l’Irlanda, dove ama trascorrere periodi di riposo.
Forse anche per questo, in una delle sue molteplici esternazioni, ha suggerito l’adozione del sistema elettorale previsto in Irlanda per la Camera dei Deputati, il Dail.
Ritengo che molti abbiano pensato ad una battuta scherzosa, secondo lo stile del personaggio. Invece si tratta di un sistema proporzionale, basato sul voto singolo trasferibile, non privo di elementi di interesse.
E’ un sistema sostanzialmente sconosciuto in Italia; forse, proprio per questo, Cossiga l’ha proposto, quasi a sottolineare il provincialismo della classe dirigente e dei giornalisti italiani (ve li immaginate quegli editorialisti, dall’eloquio becero e plebeo oggi di moda, non parlare di “bamba”, ma invece di pregi e difetti del voto singolo trasferibile?).
In effetti, si tratta di un sistema utilizzato solo in pochissimi paesi del mondo per l’elezione del Parlamento: a Malta dal 1921, in Irlanda dal 1922, in Australia, per il Senato, dal 1949. Il sistema è stato sperimentato anche in Estonia nelle elezioni del 1990.
In Irlanda, i componenti del Dail sono eletti con sistema di tipo proporzionale con voto singolo trasferibile, in circoscrizioni plurinominali, ciascuna delle quali ha una grandezza media di quattro seggi. In ogni circoscrizione l’elettore riceve una scheda con la lista dei candidati di partito e vota ponendo in ordine di preferenza i candidati. Per assegnare un seggio al candidato si procede allo scrutinio delle prime preferenze: il seggio è assegnato a ciascun candidato che supera il quoziente dato dal numero totale dei voti della circoscrizione diviso i deputati da eleggere più uno.
Il voto singolo trasferibile consiste nella possibilità, per l’elettore, di esprimere la preferenza per due o tre candidati, in modo che, qualora il primo abbia già acquisito un quoziente, il suffragio venga trasferito sul secondo e così via.
Il voto singolo trasferibile ha come caratteristica principale che le candidature vengono fatte per individui e non per liste, in quanto lo scopo originario, voluto dagli inventori del sistema, era di assegnare un’equa rappresentanza a tutte le diverse componenti della società, evitando di aumentare il potere dei partiti e delle fazioni.
Dal 1922 ad oggi, il sistema elettorale proporzionale con voto singolo trasferibile ha garantito la stabilità e il buon funzionamento della forma di governo irlandese, grazie anche alla struttura del sistema partitico. Tale sistema elettorale garantisce una rappresentanza politica plurale nel Dail, dal momento che tutti i partiti possono inviare al Parlamento i loro rappresentanti.
La ridotta dimensione dei collegi elettorali ha poi impedito la frammentazione politica.
Il sistema politico irlandese è, infatti, relativamente semplice.
Il principale partito politico, che vanta una delle più lunghe permanenze al Governo di un paese (ben quarantasette anni), è il Fianna Fail (Soldati del destino), erede della tradizione nazionalista forgiatasi nella lotta per l’indipendenza contro il Regno Unito.
Gli altri tre partiti, il Fine Gael (Famiglia degli irlandesi), il Partito laburista, il Partito dei democratici progressisti, appartengono alle tre grandi famiglie politiche europee, i democristiani, i socialisti e i liberali.
Altra cosa sono i nazionalisti del Sinn Fein (Noi stessi): questo erroneamente è ritenuto il partito dei cattolici dell’Irlanda del Nord, mentre è presente anche nella Repubblica di Irlanda, fino dal tempo della lotta per l’indipendenza.
Oggi, tuttavia, la sua diffusione è limitata alle contee di confine con l’Irlanda del Nord ed ha solo cinque deputati nel Dail.
Un difetto del sistema è, invece, l’estrema lentezza dello scrutinio.
Come già abbiamo detto, il voto singolo trasferibile permette agli elettori di votare i candidati locali e non i partiti nazionali, e di elencare i candidati in ordine di preferenza.
Lo spoglio delle schede è, quindi, lento e spesso sono necessari due o più conteggi per evitare errori nel trasferimento dei voti.
Nel 1992, in un distretto di Dublino, ci volle una settimana per risolvere una divergenza su un riconteggio. D’altronde, agli irlandesi il sistema elettorale piace così, dato che hanno respinto per ben due volte, con un referendum, l’ipotesi di modificarlo.
In conclusione, ci si deve chiedere quali effetti il sistema del voto singolo trasferibile potrebbe avere sul sistema politico, se fosse introdotto in Italia (nel 1998, un gruppo di deputati del centro-destra lo propose ed elaborò un’apposita proposta di legge).
Io, non essendo un politologo, anche se ritengo sempre interessanti le analisi e le proposte di Cossiga, non mi sento di dare una risposta. Sistemi politici come quelli dell’Irlanda, di Malta e dell’Australia, ben poco hanno in comune con il sistema italiano.


(articolo pubblicato su "La Cronaca" nel settembre 2007)

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